N° 22

 

IL GIOCO DEL SACRIFICIO

 

(PARTE PRIMA)

 

        

MOSSA D’APERTURA

 

Di Carlo Monni

 

 

 

PROLOGO

 

 

            San Josè, California. Sono un commando molto efficiente e questo sembra un compito fin troppo facile. Entrano nella casa e con spietata efficienza, uccidono l’uomo e la donna, che non hanno quasi il tempo di accorgersi di quel che succede e muoiono senza quasi lanciare un grido. Il bambino è un’altra storia, hanno l’ordine di prenderlo vivo e così fanno. Lo addormentano con il gas e lo portano via.

            Il mattino dopo, il lattaio arriverà per la sua solita consegna in questa villetta di un finora tranquillo quartiere residenziale e scoprirà i corpi, ma per allora, gli assassini di Jeremy e Theresa Lowell, nonché rapitori del loro unico figlio, di quattro anni, saranno ormai lontani.

 

            Chicago, Illinois. Katherine Finch esce da scuola e, come ogni giorno, trova l’autista di famiglia ad attenderla per riportarla a casa.

L’auto verrà ritrovata nei pressi del lago tre ore dopo, l’autista morto per un colpo di pistola alla nuca e la bambina scomparsa.

 

            White Plains, Contea di Westchester, New York. Quando Walter e Shirley Knight rientrano in casa, scoprono la baby sitter morta, strangolata, in salotto e la scomparsa dell’unico figlio della donna, dal suo precedente matrimonio: Arno Stark.

 

 

1.

 

 

            Sono stati giorni molto duri per Anthony Edward Stark, in cui gli eventi si sono susseguiti a ritmo frenetico.

In un certo senso, tutto è cominciato al suo ritorno a New York dopo quella brutta faccenda con il Conte Nefaria,[1] quando ha trovato davanti al portone Meredith McCall, il suo primo amore. Chi dice che il primo amore non si scorda mai, dice una grande verità. Tony e Meredith avevano poco più di 16 anni quando si conobbero ed il loro fu un amore travolgente come può esserlo quello di due ragazzi che scoprono i sentimenti ed il sesso insieme. Purtroppo per loro, i loro padri erano acerrimi rivali in affari ed erano decisi a non permettere che quest’amore andasse avanti. L’unica cosa in cui Howard Stark e Creighton McCall si trovarono d’accordo fu nel separare i rispettivi figli. Tony fu spedito in Svizzera e Meredith in California. Dovettero passare quasi vent’anni, prima che si rivedessero, anni in cui Tony era passato da una ragazza all’altra, senza trovare stabilità e Meredith si era sposata, per poi restare vedova a causa del brutale omicidio del marito.[2] Altri eventi accaddero in seguito ad entrambi, che è meglio non ricordare.[3] Ed ora eccola lì, davanti a lui, con quella storia che ha dell’incredibile.

Ha cominciato dicendogli di essere tornata a casa dal Giappone per via di certe questioni legate al testamento di suo padre e di aver scoperto certi documenti con notizie sconvolgenti.

Ci hanno ingannato Tony..- ha detto -… mio padre e forse anche il tuo ed io l’ho scoperto solo ora, dopo tutti questi anni.-

-Ma di che parli?- le ha chiesto Tony.

-Mi aveva detto che era nato morto e ci ho creduto.- ha risposto Meredith -Perché non dovevo credergli? Era mio padre in fondo. E invece aveva mentito.-

-Ma.. tu stai dicendo che… stai parlando di…-

-Si Tony.- risponde lei ed il suo tono è cupo e rabbioso –Sto parlando di… nostro figlio.-

            Ecco, a volte Tony ha davvero la sensazione di vivere in una brutta soap opera. Il discorso è continuato nell’attico di Tony e Meredith ha fornito altre spiegazioni.

-Poco dopo la nostra separazione scoprii di essere incinta. Non sto a dirti la reazione di mio padre. Abortire era fuori questione e lui decise di tenere segreta l’intera cosa. I motivi puoi ben immaginarli. La gravidanza non ebbe particolari problemi, tranne negli ultimi tempi. I dottori decisero di farmi il taglio cesareo e mi praticarono un’anestesia totale. Al risveglio mio padre mi disse che il bambino, un maschietto, non ce l’aveva fatta, era nato morto. Non avevo motivo di non crederci, mi misi il cuore in pace e cercai di non pensarci più. Quando ci rivedemmo non ti parlai della cosa, Tony, a  cosa sarebbe servito? Poi, all’improvviso, ecco arrivare la comunicazione dell’avvocato di mio padre: era saltata fuori una cassetta di sicurezza di cui tutti ignoravano l’esistenza. Incuriosita, tornai negli Stati Uniti e non appena mi fu consegnata l’aprii. Tra i documenti ce n’erano solo due che per me avevano  importanza: uno era un certificato di nascita, quello originale di un maschio sano, senza ancora un nome, denunciato come figlio di Anthony Edward Stark e Meredith McCall; l’altro era una lettera dl mio padre una di quelle con la classica dicitura “Da aprirsi dopo la mia morte”. In essa mi rivelava che il bambino non era affatto morto alla nascita, ma, poiché lui non intendeva crescere il figlio bastardo del figlio di Howard Stark, lo aveva fatto dare in adozione e nemmeno lui sapeva dove e presso chi. Concludeva pregandomi di perdonarlo…. Il bastardo. Quasi quasi, prego che bruci all’Inferno per quel che mi ha fatto.-

            Tony ha ascoltato attentamente senza intervenire, sinora.

-Che… che intenzioni hai adesso?- le chiede.

-Voglio trovarlo.- risponde decisa Meredith –Voglio sapere chi è, che fa adesso.-

-E quando l’avrai trovato? Che farai, allora?-

-Non lo so, non ci ho davvero pensato, ma so che devo trovarlo. È mio figlio, Tony… mio e tuo e ce l’hanno portato via senza nemmeno chiederci niente. Hanno deciso delle nostre vite senza che potessimo farci niente, adesso basta! Mi aiuterai, Tony, non è vero?-

            Cosa può risponderle? Un tempo era la donna che amava, che voleva sposare. Certo erano giovani entrambi, troppo giovani, forse sarebbero stati schiacciati dalle responsabilità. Se i loro genitori non avessero interferito, sarebbero ancora insieme o no? Domande oziose a questo punto. Tony le stringe le mani per confortarla. È sempre bella come la ricordava e non può negare di essere attratto da lei… ancora.

-Certo che ti aiuterò, le risponde.-

            Non ha altra scelta, dopotutto.

 

            Non sa dire perché ha deciso di scendere due piani più sotto, ma adesso è alla porta di Pepper Potts

-Tony!- esclama lei vedendolo –Che succede?-

            E lui le dice tutto di Meredith, della sua rivelazione, delle domande che ha sollevato.

-Meredith vuole che l’aiuti a ritrovare il ragazzo, le ho detto di si, naturalmente.-

            Pepper l’ha ascoltato con attenzione ed alla fine gli dice solo:

-Tu come ti senti?-

            Tony sorride appena.

-Non lo so, davvero. Era già stato duro scoprire di Katherine e adesso… venire a sapere che esiste un figlio già adulto. Mi chiedo: tutti erano convinti che non sarei stato un buon padre? E a questo proposito… mio padre sapeva del bambino? Ha cospirato per farlo sparire? Quando è morto non sono saltati fuori documenti e lui e McCall non si potevano vedere, eppure quando le tue certezze vacillano ti restano solo i dubbi.-

-Già.- commenta Pepper –Immagino che una rivelazione del genere sia una botta ancor più dura dopo quello che è saltato fuori sulla Roxxon e la morte dei tuoi.-

-Cosa? Di che stai parlando? Che c’entra la Roxxon con la morte dei mie genitori?-

-Non l’hai saputo? Era in tutti i telegiornali e giornali.-

-Non ho avuto abbastanza tempo per occuparmene, di che si tratta?-

            Pepper gli porge l’ultima copia del Daily Bugle e Tony legge e si sente rabbrividire. Una fonte anonima ha fatto pervenire ai media di tutta la Nazione tutta la documentazione degli archivi segreti della Roxxon, con le prove documentali di tutte le attività illegali dei suoi amministratori, tra cui un carteggio tra i dirigenti di quella che allora si chiamava Republic Oil & Gas, in cui si pianificava l’omicidio di Howard Stark per poter avere nel suo erede, il giovane Tony, un dirigente ben disposto alla cessione delle Industrie Stark. Fino ad oggi Tony aveva sempre creduto che la morte di suo padre e sua madre fosse stata causata da un incidente stradale dovuto ad un difetto di fabbricazione dei freni della loro auto, non aveva mai sospettato che ci fosse dietro un sabotaggio, mai. Si sente quasi girare la testa. Se non fosse per il suo pacemaker, teme, avrebbe un altro attacco di cuore.

-Bastardi!- si lascia sfuggire

            Degli originali membri del Consiglio solo due sono sicuramente ancora vivi: il Presidente August D’Angelo e Jonas Hale, con cui Tony ha avuto spesso a che fare. Da quanto ne sa D’Angelo, subito dopo la pubblicazione del primo articolo, è scappato all’estero, probabilmente a quest’ora avrà già raggiunto qualche paese senza estradizione. Hale non è stato così fortunato, è stato arrestato prima di poter fuggire, ma ora è libero dopo il versamento di una cauzione principesca. La Roxxon è in seri guai, il suo titolo in borsa precipita ad ogni seduta. Sarà facile preda degli squali della finanza e per quanto riguarda Tony, è esattamente quel che si merita.

           

            Colleen Wing e Misty Knight sono nel loro ufficio quando arriva la chiamata interna.

<<Mr. Stark vi vuole nel suo ufficio immediatamente… ho detto immediatamente.>>

-Ma che diavolo sta succedendo?- esclama Colleen.

-E lo chiedi a me?- ribatte Misty –Non è mica il mio uomo, è il tuo.-

-Beata te che ne sei sicura. Su, andiamo.-

            Bastano pochi minuti per raggiungere l’ufficio del Presidente della REvolution, dove le due donne ne trovano un’altra: Bethany Cabe a cui Colleen rivolge uno sguardo diffidente.

-Ebbene, Mr. Stark…- chiede Misty –Qual è il motivo di questa convocazione? Non sono abituata a scattare come una recluta.-

-Mi scuso per i modi bruschi di Mrs. A.- si limita a dire Tony –Ho degli incarichi per voi. Misty, ci sono novità su chi sta acquistando le azioni della REvolution?-

-Nulla di concreto, ma possiamo escludere la Roxxon a questo punto. Con la loro scatola di vermi scoperchiata lo sapremmo se sono stati loro.-

-Continui con la sua inchiesta, ho bisogno di sapere chi mi sta minacciando e ne ho bisogno al più presto possibile… Colleen…-

-Si?-

-Per te ho un altro incarico: C’è una compagnia, si chiama Vizer Pharmaceutical Company, sono convinto che nasconda scheletri nel suo armadio e voglio che tu li scopra.-

-D’accordo.- risponda l’investigatrice dai capelli rossi -E quando li avrò scoperti che ne faccio?-

-Lo scoprirai quando mi avrai portato il rapporto.- risponde, secco, Tony, poi si rivolge a Bethany –Confido nella tua abilità e nella tua discrezione per l’incarico di cui ti ho parlato.-

-Contaci Tony.- risponde l’altra –Mi metto subito al lavoro.-

            Sia Beth, che Misty escono, ma Colleen rimane.

-Cos’è questa storia dell’incarico segreto di Miss Cabe.- chiede.

-Una ricerca molto personale che deve fare per me.- risponde Tony.

-Così personale che non puoi parlarmene?- ribatte la ragazza –Non credevo ci dovessero essere segreti tra noi. C’è gente che pensa che io sia la tua ragazza, mi chiedo se hanno ragione.-

            Tony si alza e le si avvicina, prendendola tra le braccia.

-Ci sono cose che non posso rivelare, segreti non miei… o non solo miei…- le dice -… ma, credimi, non è mia intenzione ferirti.-

-Eppure è ciò che fai spesso, anche se non te ne rendi conto. Ma io non sono una bambola che puoi prendere e gettare a tuo piacimento, sappilo.-

-Non l’ho mai pensato, Colleen, davvero.-

            La bacia e Colleen risponde al bacio e quando si stacca da lui mormora:

-Sei una canaglia, Tony Stark, ma purtroppo per me mi piaci troppo.-

 

 

2.

 

 

            Rebecca Bergier accoglie nel suo ufficio Jim Rhodes. Questa donna appartiene alla ancor ristretta cerchia di coloro che conoscono il segreto di Rhodey, che sanno che lui è War Machine

-Che posso fare per te?- le chiede lui.

-Ho ricevuto delle informazioni che, se sono esatte, potrebbero portare alla necessità dell’intervento dei tuoi amici Vendicatori. Potrei pensare io stessa a verificarle, ma il mio staff è ancora in via di formazione e...-

-Non hai bisogno di dire altro.- la interrompe Jim –Sai che non dico mai di no ad un’amica… anche se, a volte, per questo finisco in un sacco di guai.-

            Rebecca ride.

-Non lo sapevo che in quell’installazione segreta era prigioniero Abominio, lo giuro.-[4] replica.

            Rhodey sogghigna.

-Voglio sperarlo!- ribatte –Ti vedo molto bene Rebecca, le cose vanno molto meglio adesso, immagino.-

-Certo… il lavoro mi piace e poi… ho conosciuto una ragazza favolosa e beh… ci vediamo quasi ogni sera.-

Rhodey non da mostra del minimo imbarazzo. Sa da molto tempo che Rebecca è lesbica e la cosa non ha importanza per lui.

-Sono felice per te Rebecca, ora, se vuoi dirmi tutto quel che mi serve sapere…-

            E Rebecca parla e quel che gli dice convince Jim della necessità di un intervento.

 

            Contemporaneamente, nei sotterranei della REvolution sta avvenendo un importante colloquio tra Tony Stark ed un uomo nell’armatura di Iron Man: Eddie March.

-Sei certo di volerlo fare Eddie? Nessuno ti costringe. Sarà una missione molto pericolosa.- 

-Non ho mai pensato che avrei indossato quest’armatura per divertirmi, Tony, sono pronto. So che questi Devianti sono gente molto tosta, ma sono preparato al pericolo e, più di tutto, voglio farlo.- risponde Eddie.

-Va bene. Buona fortuna e ricorda: per ogni evenienza, io e Jocasta siamo a tua disposizione per aiutarti.-

-Se ne avrò bisogno, fischierò.- replica Eddie, infilandosi l’elmetto -Ora scusami, ma rischio di far tardi.-

            Mentre lo vede allontanarsi in volo, Tony non può non sentirsi preoccupato

<<Ti vedo dubbioso, Tony.>> gli si rivolge Jocasta, l’Intelligenza Artificiale del suo software personale. <<È evidente anche per me che qualcosa ti preoccupa.>>

-Hai ragione.- risponde lui –Non posso non chiedermi se non sono stato troppo egoista a non andare io, invece di mandare lui in una missione così rischiosa.-

 

<<Io credo che tu abbia fatto la scelta giusta, Tony… e poi, Eddie è davvero in gamba e sa quel che fa.>>

-Si, credo che tu abbia ragione. È solo che è difficile abituarsi a restare indietro mentre gli altri si gettano nell’azione, ma immagino di non avere altra scelta, ormai..-

            Così dicendo, Tony lascia il laboratorio. Se come Iron Man deve lasciare il passo, c’è ancora tanto da fare per Tony Stark.

 

            In un luogo che, per ora deve restare segreto, un uomo, il cui nome è destinato anch’esso a non essere rivelato oggi, accende un sofisticato sistema di videocomunicazione e, pochi attimi dopo, sullo schermo appare l’immagine di un uomo il cui volto è sostituito da un’immagine del volto di Napoleone Bonaparte. Colui che ha acceso il monitor sogghigna divertito.

<<Una puntualità rimarchevole, amico mio.>> dice l’uomo sullo schermo..<<Una dote rara di questi tempi.>>

-Ero certo che l’avrebbe apprezzata, professore. Ha riflettuto sulla mia proposta?-

<<Naturalmente. Il prezzo mi è parso adeguato e sulla fattibilità non ci sono problemi. Ho anche valutato le probabilità di un’interferenza da parte di Iron Man, cosa molto probabile. Immagino che sia per quello che non ha fatto questioni sul prezzo.>>

-I soldi non hanno importanza, in confronto all’obiettivo da raggiungere ed al momento, l’uomo di nome Happy Hogan è un ostacolo tra me e quell’obiettivo.-.

<<Comprendo il suo punto di vista. Sa c’è gente che troverebbe divertente che possano trovare così facilmente un accordo due che portano i nostri nomi, io la considero una coincidenza interessante.>>

-Che sta dicendo? Temo di non riuscire a seguirla.-

<<Non ha importanza. Non si preoccupi, il contratto sarà onorato, la Villains L.T.D. non delude mai i suoi clienti.>>

 

 

3.

 

 

            Una giornata come tante per la figura in armatura rossa ed oro che vola sui cieli di New York. Iron Man è concentrato sulla sua prossima meta, quando è distratto da del rumore sotto di lui. Un inseguimento automobilistico. Lo scenario è abbastanza chiaro per uno come lui, allenato a riconoscere al volo certe situazioni: quelli della prima auto sono sicuramente malviventi in fuga e quella dietro di loro è certamente un’auto della Polizia, infatti, ecco che uno dei due detectives è riuscito a piazzare il lampeggiatore sul tetto e la sirena fa udire il suo lacerante urlo. Rapinatori? Spacciatori? Non ha molta importanza, in fondo, quel che conta è che lui sa cosa fare:

-Jocasta, puoi mettermi in contatto con la radio della Polizia? Le frequenze sono…-

<<Le conosco, non preoccuparti.>> risponde la voce elettronica di Jocasta <<Ecco fatto.

-Sei un amore Jo. Uh, oh! A quanto pare, si tratta di una banda di spacciatori sorpresi durante un’operazione della Narcotici. Un agente è stato ferito. Quella è gente pericolosa e disperata, direi. Un motivo in più per intervenire.-

<<Non potrei essere più d’accordo.>>

            Avete presente le spettacolari sequenze dei film d’azione in cui un’auto inseguita e quella o quelle inseguitrici si rincorrono a folle velocità per le vie di un’affollata metropoli? Si? Bene, ora dimenticatevi la spettacolarità ed il divertimento e pensate agli innocenti passanti, quelli che possono essere colpiti da una pallottola vagante e quegli sfortunati che si trovano sulla traiettoria di un’auto lanciata ad oltre 200 Km. orari.  Come questa giovane madre, ad esempio, rimasta letteralmente pietrificata dal terrore sulle strisce, stringendo la mano della sua bambina, mentre l’auto dei malviventi le sta piombando contro. Nella sua mente già si vede schiacciata sull’asfalto, vede il sangue di sua figlia schizzare in alto ed il peggio è che niente e nessuno può aiutarla… o forse si.

            Una cometa rossa ed oro piomba improvvisamente dall’alto e le porta via all’ultimo istante utile

<<Tranquille signore. Ora vi farete un piccolo viaggetto sull’Iron Man Express.>> dice Iron Man e gli basta un breve volo per portarle al sicuro su un marciapiede poco distante.

-Uhauuu!- esclama la bambina, poco più di sei anni –Possiamo rifarlo?-

            Si potrebbe quasi indovinare il sorriso dietro la maschera.

<<Meglio di no, piccola, non adesso almeno. Ho dei cattivi da sistemare.>>

-Ci… ci ha salvato la vita!- esclama la madre –Come posso ringraziarla?-

<<Non ce n’è bisogno, è normale routine per quelli come me. Ora mi scusi, ma come ho detto, ho un lavoro da finire e non mi piace lasciare le cose a metà.>>

         Non gli ci vuole molto tempo per riprendere contatto con l’auto inseguita. La Polizia non ha guadagnato terreno, ma davanti ai malviventi c’è un posto di blocco. Tenteranno sicuramente di forzarlo e potrebbe scapparci qualche altra vittima. Lui non ha intenzione di permetterlo. In un lampo, valuta tutte le opzioni, poi agisce.  Come un falco, si precipita in picchiata e raggiunge l’auto inseguita e gli si para davanti. Sapete cosa si dice su un oggetto in movimento che incontra un oggetto inamovibile? Beh è quel che accade quando le dita di Iron man si piantano nel cofano dell’auto, che ha un’improvvisa impennata, mentre il suo moto viene improvvisamente arrestato, per poi cessare del tutto, quando un potente pugno fracassa il motore. È avvenuto tutto troppo in fretta perché i due passeggeri abbiano potuto pensare ad una reazione e quando ci provano è ormai troppo tardi, due possenti mani guantate di ferro li afferrano e li tirano fuori dall’auto, dopo aver divelto le portiere. Uno di loro alza la pistola, ma questa gli viene strappata di mano, mentre la voce di Iron Man dice:

<<Le pistole non sono da persone beneducate, sai? Ma, dimenticavo: non credo che tu la conosca l’educazione.>>

            Lo colpisce appena con un dito, ma il colpo è abbastanza forte da farlo svenire.

<<Non è poi così in gamba senza la sua arma, vero?>>

            Uno dei detectives gli si avvicina e gli dice:

-Grazie Iron Man. Ci hai fatto davvero un favore oggi.-

<<È stato un piacere, più che un dovere, Everton, piuttosto, come sta il tuo partner? Ho sentito che era ferito.>>

.Ha una brutta ferita, ma dovrebbe cavarsela, spero.- risponde il Detective.

<<Meglio così. Uh, oh! Scusate, mi sono appena accorto che rischio di arrivare in ritardo ad un appuntamento.>>

         Così dicendo, Iron Man spicca il volo, lasciando un perplesso Detective Jack Everton a chiedersi come facesse a sapere il suo nome. Mah, pensa l’uomo, forse è vero quel che dicono: che i Vendicatori hanno dei dossier su tutto e tutti.

            Il detective Bill Everton della Squadra Narcotici sarebbe sorpreso se potesse vedere Iron Man atterrare sul tetto della Stark Tower ed attraverso un corridoio segreto, raggiungere una stanza dove, finalmente, si toglie l’elmetto, rivelando il volto di Michael O’Brien, che, fino a pochi anni prima, era uno dei suoi colleghi nella Polizia della Grande Mela. Mentre si rimette gli abiti civili, Mike si sente soddisfatto, ha fatto un buon lavoro, non c’è dubbio. Ora, però, è il momento di pensare anche alla sua vita senza l’armatura. Non sta bene arrivare tardi al tuo primo giorno di lavoro, anche se sai che il capo sarebbe comprensivo.

            Quando entra negli uffici della Stark Solutions, al 25° piano della Torre, sente distintamente la voce di Pepper Potts, il Presidente della Società, provenire da oltre la porta semiaperta del suo ufficio privato:

-No, non ho alcun commento ufficiale sulla Questione Vizer. No, non intendo discutere il mio ruolo nella questione. Si, ci sarà una conferenza stampa oggi pomeriggio alle quattro in cui saprete tutto quanto vi interessa. Ed ora buongiorno.-

            Mike fa capolino dalla porta e la saluta.

-Giornalisti?- chiede.

            Pepper sospira ed annuisce.

-Certe volte vorrei che abrogassero il Primo Emendamento.- dice –Odio Tony Stark. Prima fa scoppiare la bomba e poi lascia me a raccogliere le macerie. È la vita del dirigente, immagino. Allora, Mike, pronto per il tuo primo giorno di lavoro come Consulente per la Sicurezza della Stark Solutions?-

-Immagino di si.- replica O’Brien –Se solo fossi sicuro di aver capito che cosa fa un Consulente per la Sicurezza.-

-Dà consigli sulla Sicurezza, immagino. Non preoccuparti  Mike, ti troverai bene con noi  e ti assicuro che il lavoro ti terrà abbastanza occupato nelle pause tra un turno come Iron man e l’altro.-

-Bene, non mi piace stare a grattarmi i pollici. Ora che dovrei fare?-

-Ti mostro il tuo ufficio, tanto per cominciare.-

            Mike sorride. Ricorda i primi incontri con Pepper, quando lui era tanto arrabbiato con Tony Stark, che riteneva responsabile della morte di suo fratello Kevin, da volerlo morto.[5] Molte cose sono cambiate da allora e crede che sarà molto piacevole lavorare con lei.

 

            Philip Grant, meglio noto negli ambienti degli hackers col soprannome di Corvo, dà uno sguardo fuori dalla finestra del piccolo ufficio che gli hanno assegnato. Non gli importa che sia appena più grande di uno sgabuzzino e nemmeno che gente come Morgan Stark lo degni appena di uno sguardo quando lo vede; quel che gli importa è avere a disposizione il miglior hardware e software che esista in commercio e fuori commercio, per poterne fare quel che vuole. Sa che in molti lo guardano storto per il suo abbigliamento, giudicano jeans e maglietta del tutto inadatti a chi lavora per la Stark-Fujikawa, per non parlare degli occhiali scuri che porta continuamente. Lo tollerano solo perché è il migliore del suo campo. Naturalmente non ci sono tutte quelle critiche perché Ruby Thursday se ne va in giro come una reduce da un video di Britney Spears, ma lei è una donna, giusto? E poi non si fa vedere da un po’. Quel che gli altri pensano di lui non importa al Corvo, lui sa bene quanto vale, il resto è solo fumo negli occhi. Certo, preferirebbe che quella Ling McPherson gli desse un po’ di considerazione. Gli piace quella sua aria un po’ orientale, deve avere del sangue cinese o simili, che la rende molto sexy e desiderabile. Forse dovrebbe lasciar perdere o, forse no. Forse ha pensato ai computers per troppo tempo nella sua vita, è ora di pensare anche al mondo fuori da quella finestra.

 

Happy Hogan è nervoso, anche se nulla nella sua espressione lo farebbe pensare; a vederlo ha la solita impenetrabile faccia di sempre. Eppure è nervoso, come sempre quando deve affrontare il pubblico. Era molto più a suo agio sul ring, anche se lì ha perso più incontri di quanti ne abbia vinti. 

            È stata un’idea di Tony quella di una conferenza stampa sulle attività legate al nome Stark ed ora eccoli lì, tutti insieme: Tony, che, come al solito, sembra perfettamente a suo agio a parlare con la folla di giornalisti stipata nell’ampia sala e fargli ala, gli altri due soci maggioritari della REvolution, Dwayne Taylor e Danny Rand e poi ci sono gli altri, tra cui Happy stesso, Willie Betha, Direttore del Centro Giovanile Jimmy Betha, Jason Wilkinson, il Capo Contabile della Fondazione Maria Stark, e poi Rebecca Bergier ed infine Pepper. Vederla lo mette ancora un po’ a disagio, anche se, nonostante il loro matrimonio sia ormai finito, hanno imparato a lavorare insieme, da tempo. Cerca tra il pubblico Hannah Fairmont, la sua amica di Seattle, ed è più sollevato quando la vede..

            Tony comincia a parlare:

-È un piacere avervi qui signori. Immagino che avrete molte domande da farmi. Cominciamo con il futuro della Vizer. Voi tutti sapete, ormai, che quest'azienda ha per anni, tenuto nascosta segreta la cura  della sindrome di Lazenby, una rara malattia genetica e questo perché poter continuare a  vendere i costosi farmaci da lei prodotti, che combattevano la malattia, senza debellarla del tutto e che, inoltre, ha, per anni, truccato i suoi bilanci per nascondere parte dei profitti ed evadere il fisco. Ebbene, ho il piacere di annunciarvi che il Giudice Fallimentare ha accettato la nostra proposta di risanamento dell'azienda e che da oggi la Vizer è ufficialmente un marchio REvolution.-[6]

-Reynolds del Wall Street Journal. L’acquisizione della Vizer significa un cambio di strategie della Revolution in un momento delicato dell’economia?-

-Niente affatto, anzi, l’entrata della Vizer nel nostro gruppo rinforza i nostri obiettivi che rimangono quelli della cosiddetta finanza etica, infatti…-

            Happy non lo sta ascoltando, i suoi pensieri sono ora per il suo vecchio amico Eddie March. A quanto ne sa, in questo momento Eddie è in Grecia, nei panni di Iron Man, con un gruppo di Vendicatori ed in questo momento vorrebbe tanto essere al suo posto, [7] almeno non dovrebbe giocare a fare il dirigente, quando non è altro che un ex pugile, Beh, al diavolo, anche questa è una forma di combattimento ed è uno che lui intende vincere. Sa di essere vicino ad incastrare il verme che ha truccato i conti del Centro Betha. Sarà un piacere fargliela pagare.

            I pensieri di Happy sarebbero più seri se sapesse che la sua testa è inquadrata in un mirino e che questo mirino è parte di uno speciale fucile nelle mani di una donna che possiede probabilmente la vista più acuta tra tutti gli abitanti della Terra, una donna che sorride compiaciuta, mentre preme il grilletto.

            Una pallottola vola lungo una distanza troppo lunga per qualunque arma comune, non incontra ostacoli sul suo cammino e perfora la vetrata della Sala Riunioni della Stark Tower come se non esistesse, per poi terminare la sua traiettoria nel cranio della vittima designata.

-Ma cosa…?-

            Happy si ritrova il vestito imbrattato di sangue e di quella che poi scoprirà essere materia cerebrale, mentre l’uomo alla sua destra, il capo Contabile della Fondazione, cade dalla sua sedia, morto ancor prima di toccar terra.

            Nella sala si scatena il caos, mentre i giornalisti gridano e si accalcano e tutti cercano di capire cos’è successo. L’unico a mantenere l’autocontrollo è proprio Tony Stark. Attraverso l’auricolare si mette in comunicazione con…

-Mike mi senti?-

            Ad uno dei piani superiori dell’edificio, Mike O’Brien, con già indosso l’armatura, a parte il casco, risponde:

-Forte e chiaro, Tony, ho seguito tutta la scena nel monitor a circuito chiuso. Mi stavo già preparando.-

-Ok! Fa come ti dico e risalirai al luogo da cui è partito il proiettile.-

 <<Sono già per strada, Tony.>> è la risposta di Mike, mentre sfreccia nell’aria. Seguendo il residuo di polveri nell’aria, rilevato dal suo uniraggio, l’Iron Man di turno giunge su un tetto, vuoto, ormai. Inchiodato ad un’antenna televisiva c’è un messaggio.  Mike lo prende e lo legge:

NON FALLIAMO MAI IL BERSAGLIO

LTD

 

 

EPILOGO

 

 

         Tony rientra nel suo attico dopo una giornata frenetica.  Sta succedendo di tutto ultimamente:; quella faccenda in Slokovia; il ritrovamento del bozzolo dell’essere chiamato Lei,[8] quella storia di ostaggi alla W.F.K.S.[9] ed ora anche l’assassinio di Jason Wilkinson (e poco importa che sia saltato fuori che si era fatto corrompere per trafugare denaro alla Fondazione).e, per finire, non ci sono notizie da Olympia, anche se non lo ammetterebbe facilmente con altri, la cosa inizia a preoccuparlo. Che lui sia, o no, Iron Man, sembra che non sia destinato ad avere

pace nella sua vita.

         In salotto trova Meredith McCall, cui aveva, in precedenza, dato le chiavi dell’attico. Ha cercato di non pensare a lei ed alle sue rivelazioni, l’idea di avere un figlio già adulto lo turba non poco, ma anche lui desidera sapere che fine ha fatto, adesso. Meredith è davvero bella, pensa, forse più bella di quando era adolescente.

-Ho sentito le ultime notizie.- dice lei –Ho pensato che ti servisse un’amica con cui parlare.-

-Ti ringrazio.- le dice stringendole le mani. Ha davvero bisogno di qualcuno con cui parlare adesso. È quasi un peccato che Meredith non conosca il suo segreto, come Pepper. Buffo che pensi a Pepper ed ora sia con Meredith. E Colleen Wing, che posto ha nella sua vita? Non è certo di saperlo. Non sa nemmeno cosa potrebbe accadere con Meredith e non lo saprà, perché, in quel momento il suo telefono squilla e lui è costretto a rispondere:

<<Buonasera Mr. Stark.>> è una voce sconosciuta ed ha un tono che a Tony non piace istintivamente –Chi parla?- gli chiede.

<<Il mio nome è relativamente importante, se lo desidera può chiamarmi Mr. Bishop e può chiamare questa una transazione d’affari.>>

-Non amo gli scherzi, mi dica cosa vuole.-

<<Dovrebbe aver ricevuto una videocassetta, arrivata pochi minuti fa a mezzo corriere.>>

-Io non  ho…- Tony s’interrompe vedendo cosa c’è su un tavolino. -…Aspetti forse in una busta gialla?-

<<Precisamente Mr. Stark. Ora la guardi e poi si sintonizzi sul notiziario delle sei, io la richiamerò…dopo.>>

         La comunicazione s’interrompe. Tony resta silenzioso per un po’, poi prende la cassetta e la infila nel video registratore. È un servizio giornalistico sul brutale omicidio di una coppia a San Josè in California e sul rapimento del loro unico figlio, un bambino di quattro anni di nome Anderson. Anderson Lowell quel nome suona familiare a Tony, ma come, perché? Deve ricordare, è importante, ne è certo, Anderson Anthony Howard Lowell… il  suo nome completo… Anderson… Anders’ son… No! Non può essere!

         Sono le sei, Tony non perde tempo ed accende la TV.

<<… sconvolti dal brutale omicidio della baby sitter e dal rapimento del figlio della donna, Arnold, detto Arno. Che come saprete certamente è il figlio del famoso industriale Morgan Stark, Presidente del colosso Stark-Fujikawa. Il motivo del rapimento è quasi certamente l’estorsione. La polizia di White Plains…>>

         Il figlio di Morgan rapito? Ma cosa sta succedendo? Il telefono squilla di nuovo e Tony è rapido a rispondere, inserendo il viva voce.

<<Se ha visto il video ed il notiziario, saprà che facciamo sul serio Mr. Stark.>> è la voce di Mr. Bishop

-Chi siete, cosa volete? Come sapevate di…-

<<Quante domande. Voleva sapere come facessimo a sapere che Anderson Lowell non era il figlio naturale della coppia che l’ha adottato? Che in realtà è il figlio di una donna di nome Gretl Anders, che è morta tra le sue braccia dando alla luce il bambino?[10] Abbiamo molte risorse, Stark. Aveva promesso di prendersi cura del neonato, ricorda? Beh è stato facile per lei, l’ha fatto adottare, ha speso del denaro, tutto qui. Ora è il momento di vedere se sa prendersi le sue responsabilità.>>

         In quel momento il cellulare di Tony squilla.

<<Risponda Stark.>> lo esorta Mr. Bishop <<Sono certo che sono notizie interessanti… per lei e per me.>>

         È il numero di Joanna Nivena, Tony risponde temendo ciò che gli verrà detto. La voce di Joanna è rotta dai singhiozzi:

<<Tony… hanno rapito Katherine. Hanno ucciso l’autista e l’hanno portata via.>>

         Tony quasi non riconosce la sua voce, mentre dice:

-Chi.. chi è stato?-

<<Non lo so, non si sono ancora fatti vivi. Oh Tony… la nostra bambina.>>

         La voce di Mr. Bishop risuona dall’altro telefono.

<<Potevamo evitare di uccidere, ma era il nostro modo di far sapere a lei ed a suo cugino che non stiamo scherzando e che non esiteremo a fare quello che minacciamo, se non avremo ciò che chiediamo. La vita di quei tre ragazzi dipende da questo… e da quanto lei ci tiene, ovviamente.>>

-E cosa volete, maledetti bastardi?- la voce di Tony è alterata dall’ira come poche volte gli è capitato, le sue dita si aggrappano al tavolo e sono rosse per lo sforzo.

<<Cosa vogliamo? Lo saprà presto, Mr. Stark, e se non farà come le dirò di fare, può considerare quei tre ragazzi, tra cui sua figlia, come se fossero già morti. Arrivederci Mr. Stark e mi raccomando, tenga fuori da questo I suoi amici Vendicatori. >>

-Aspetti un momento...-

         Ma la comunicazione è ormai interrotta ed a rispondere a Tony c’è soltanto il suono di una linea telefonica libera.

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

         Alla fine di quest’episodio s, solo poche, brevi note.

1) Per i patiti della continuity dirò che:  i capitoli 1. e 2. sono pressoché contemporanei a Vendicatori #35/37 con cui si sovrappongono. Ecco l‘esatta tabella degli eventi: Nel Capitolo 1. Tony appare subito dopo gli eventi del numero scorso ed incarica Colleen di indagare sulla Vizer; Nel primo paragrafo del cap. 2. Rhodey riceve importanti informazioni da Rebecca Bergier; Tony, nelle vesti di Iron Man, appare in Vendicatori #35, sino all’arrivo di Sersi; nel secondo paragrafo del cap. 2. affida ad Eddie March l’incarico di sostituirlo come Iron Man nella missione ad Olympia; nel frattempo, in Vendicatori #35 Jim è in Slokovia; Nei panni di Iron man, Eddie March appare alla riunione dei Vendicatori in Vendicatori #35; successivamente Tony, Eddie, e Rhodey appaiono in Vendicatori #36/40; successivamente Tony fa una breve comparsa in Devil #4; quindi avvengono i fatti descritti nel capitolo 3.; in cui, al termine di una tormentata conferenza stampa, Tony annuncia la nomina di Pepper a capo della Vizer; Tony riappare, di nuovo, con War Machine e Eddie, in Vendicatori #41/42, mentre Mike parte per il Congo in una missione con Machine Man, richiamata in Vendicatori #41; il Prologo e l’Epilogo, si svolgono nell’intervallo tra Vendicatori #42 e 43, come, del resto il prossimo episodio. Whew, ce l’ho fatta. -_^

2)  La Vizer Company è stata introdotta in Vendicatori #36 in cui si rivelava come via Internet, le malefatte di questa compagnia fossero state smascherate da ignoti (che non saranno più tanto ignoti dopo il prossimo episodio, se mai lo sono stati. -_^) e nel #41della stessa serie è stato rivelato che Pepper ne era il nuovo capo, ma, sappiatelo, c’è ancora altro da dire.

3)  La Villains LTD è un’atipica associazione a delinquere creata da Fabio Furlanetto I suoi membri appaiono qui tra il secondo e terzo numero della loro serie, che vi consiglio caldamente di leggere.

4)  Gretl Anders era una barbona senza casa ed incinta che Tony Stark incontrò nel suo secondo periodo come alcolizzato, (Iron Man Vol 1° #167/182, tutti inediti) della Stark (poi Stane) International e si ritrovò a vagare per le strade senza soldi, né casa e sempre in cerca di una bottiglia. L’esser costretto a restare sobrio per aiutare Gretl a partorire durante una tormenta di neve, l’aiutò a capire il valore della vita ed a decidere di smettere con l’alcool. Gretl morì a causa del freddo e del parto, ma il bimbo sopravvisse. La sua ultima apparizione prima d’oggi, fu in Iron man Vol 1é #200, anch’esso inedito. Il suo nome è opera mia. Anche se alcune fonti lo chiamano Timothy, non mi risulta che gi sia mai stato dato un nome negli albi in cui compare e, del resto, può essere stato cambiato in seguito all’adozione. Il nome Anderson, del resto richiama Anders’ son, ovvero: “Figlio di (Gretl) Anders

         Nel prossimo episodio: la priorità è salvare la vita dei tre ragazzini e Tony ci deve riuscire senza l’aiuto di Iron man e war Machine, ma come può farcela e salvare i suoi segreti al tempo stesso? Scopritelo con noi.

 

 

Carlo



[1] Vedi ultimo episodio

[2] In Iron Man Annual #14

[3] Credetemi sulla parola, è meglio così -_^

[4] Come narrato negli episodi #16/18

[5] Non credeteci sulla parola, è tutto narrato in Iron man Vol 1° #82/100 (Uomo Ragno, Corno, #180/185 e 207/219)

[6] Altri dettagli in Vendicatori #36 e 41

[7] Non siamo sicuri che lo vorrebbe ancora, se avesse letto Vendicatori #36 e 37 -_^

[8] Confusi? Beh non lo sareste, se aveste già letto Vendicatori #35/41. Che aspettate? Correte a farlo, svelti! -_^

[9] Ancora più confusi? Tranquilli, troverete tutte le spiegazioni in Devil #34 e 35

[10] In Iron Man Vol 1° 182 (inedito)